Negli ultimi mesi, in seguito alle recenti elezioni politiche, abbiamo ascoltato opinioni diverse, espresse sui media e in conversazioni private. Uno dei sentimenti che è emerso e continua ad emergere con più forza è la preoccupazione che si torni indietro sul tema dei diritti civili, o che semplicemente non se ne riescano ad ottenere altri.
In questo clima di incertezza è fondamentale che la scuola rimanga un luogo sicuro, che permetta ai ragazzi di sentirsi liberi di esplorare la propria identità e di crearsi un proprio pensiero critico. Gli anni delle scuole superiori, in particolare, comprendono un periodo molto delicato della crescita. È in questa fase che i ragazzi cominciano a trovare la propria identità, indipendentemente dal condizionamento della famiglia. Perché questo avvenga è necessario un confronto aperto, tra pari, ma anche con adulti esterni alla famiglia, e sicuramente il luogo in cui ciò avviene più facilmente è la scuola.
Per favorire questo confronto, e l’esplorazione di sé stessi che ne deriva, la scuola dovrebbe fornire degli strumenti adeguati. Alcuni esistono già come ad esempio la Carriera Alias che permette agli studenti e alle studentesse trans, ossia il cui sesso biologico non coincide con l’identità di genere, di essere riconosciuti, all’interno della scuola e in tutti i documenti correlati con il genere in cui si identificano, con il nuovo nome scelto. Può sembrare una cosa di poco conto, ma ha un impatto positivo enorme su chi ne usufruisce. Questo perché l’utilizzo del nome e dei pronomi sbagliati causano un disagio psicologico importante che può incidere negativamente sulla carriera scolastica o sul benessere generale della persona. Avere, quindi, la possibilità di essere riconosciuti per chi si è davvero aiuta a rendere la scuola un posto sicuro in cui essere liberi di imparare anche come vivere in una comunità. Questa ci mette faccia a faccia con esperienze di vita diverse, insegnandoci a non avere paura del diverso, ma anzi ad apprezzare quanto la diversità aiuti a costruire una comunità più forte, nel contesto scolastico e nel mondo al di fuori.
La responsabilità di creare questa atmosfera di accettazione non è solo sulle spalle delle istituzioni; la differenza reale infatti la fanno le persone che sono parte di questa comunità e la vivono tutti i giorni. Il compito di lavorare su noi stessi e di mantenere una mente aperta, imparando a riconoscere i nostri pregiudizi, è sicuramente difficile ma necessario affinché la scuola riesca a portare a termine il suo scopo, che è quello che gli insegnati ci ripetono dal primo giorno delle scuole elementari fino all’ultimo del liceo: formare cittadini responsabili.
Elena Piangatelli 5B
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