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di Pietro Pettaccio

Quattro falsi miti sui vegani

Ecco quattro tra i luoghi comuni sull’alimentazione vegetale e le motivazioni per cui essi vanno smentiti.


L’alimentazione vegana è basata su cibi esclusivamente vegetali e si intraprende per ragioni etiche, ambientali e sociali. Essa è spesso soggetta a giudizi e pregiudizi infondati e viene definita una scelta estremista, pericolosa e insensata anche se la realtà è lontana da tutto ciò.

 

1. I vegani non assumono proteine

Il primo stereotipo nasce a causa dell’abbondante presenza di proteine nei cibi di origine animale. Questo porta a pensare che tali macronutrienti si trovino solo in quest’ultimi alimenti quando in realtà anche alcuni cibi di origine vegetale sono ricchi di proteine. Gli esempi più comuni sono i legumi, come le lenticchie e i fagioli, e alimenti ai quali non si penserebbe mai, come per esempio il riso, le noccioline e le patate. È importante, però, sapere che le proteine non sono tutte uguali: esse sono composte, in modo variabile, da 22 tipi di aminoacidi di cui 9 essenziali, 3 limitatamente essenziali e 8 non essenziali.

Per capirlo meglio si può provare a pensare agli aminoacidi come se fossero 22 penne di colori diversi, ogni astuccio (un alimento) al suo interno contiene un numero definito di queste 22 penne; l’essere umano ha bisogno di ognuno di questi aminoacidi (i colori), anche se in quantità diverse in base alla loro importanza. Mangiando, quindi, in modo vario è possibile assumere la giusta quantità di proteine anche evitando l’assunzione della carne.

 

2. I vegani hanno carenze nutrizionali quindi bisogna prendere integratori

Uscendo dalla specificità delle proteine che sono il gruppo alimentare più discusso dai detrattori

della scelta vegana, un’accusa che si pone nei confronti di questa alimentazione è che, non mangiando carne e derivati, molti nutrienti non vengano assunti. Questa affermazione è semplicemente falsa in quanto l’alimentazione vegana è considerata sicura per la salute e non priva

di alcun nutriente.

La Academy of Nutrition and Dietetics dice che una dieta vegana ben bilanciata è salutare nonché

adeguata da un punto di vista nutrizionale e che anzi potrebbe anche aiutare a prevenire e curare alcune malattie. Fa eccezione solo la vitamina B12, usata impropriamente da molti come pretesto

per considerare tale l'alimentazione “non salutare” in quanto essa non è sintetizzata dalle piante. In pochi sanno che, però, nemmeno gli animali lo fanno. Questa vitamina è sintetizzata solo da alcuni

batteri che si trovano nel terreno e nell’acqua. L’umanità storicamente ha sempre assunto la B12

mangiando vegetali contaminati da tale batterio ma, da quando il cibo viene lavato prima di essere

mangiato, questo non avviene più. L’unico altro modo di assumere questa vitamina è attraverso un

integratore, lo stesso che viene messo nel mangime degli animali da allevamento insieme a tanti

altre medicine e integratori meno naturali.

 

3. Mangiare vegano è costoso

L’alimentazione esclusivamente vegetale viene considerata “per ricchi” e ci sono diverse cause per

cui questa convinzione errata si è diffusa. Prima di tutto perché i prodotti “per vegani”, ovvero quei

prodotti processati e confezionati per il consumo veloce come gli hamburger di soia, sono costosi se

messi a paragone con la controparte classica. Gli hamburger di soia sono, però, diversi dagli hamburger di verdure che spesso hanno invece una fascia di prezzo molto più accessibile. Il problema sta però alla base: se, infatti, pensando a una dieta vegana bilanciata vengono in mente questi alimenti processati, ci si sbaglia di grosso. Essi sono considerati il “cibo spazzatura” vegano.

Gli alimenti classici in una dieta vegana equilibrata sono i legumi, la frutta e la verdura comunemente acquistati da tutti, vegani e non, e che hanno un prezzo accessibile. Inoltre, in realtà, mettendo a confronto due prodotti con una quantità di proteine simile, come ad esempio carne bovina e lenticchie, il prodotto dal prezzo più alto è proprio la carne, che costa in media circa il doppio delle lenticchie.

 

4. I vegani sono deboli e l’allenamento risente di questa alimentazione

Una volta sfatato il mito delle proteine e degli altri nutrienti rimane solo una domanda: ma una dieta

vegana è sufficiente per praticare un’attività fisica? Nonostante le false credenze, ovviamente la

risposta è sì. Un’alimentazione vegana ricca di cereali, frutta fresca, legumi e verdura non causa

difficoltà durante l’allenamento ma anzi, riesce a fornire all’organismo sali minerali e vitamine

senza la controparte svantaggiosa dei grassi animali.

Queste affermazioni non sono solo parole, ci sono infatti ori olimpici e campioni mondiali come

prova vivente che vegano e sportivo sono termini che posso coesistere in una stessa persona.

Alcuni esempi:

  • Carl Lewis, vegano dal 1990, ha vinto due ori mondiali nei 100 metri piani e nella 4×100, due ori

olimpici nel salto in lungo e uno nel 4×100, battendo il precedente record mondiale.

  • Serena e Venus Williams, entrambe vegane, sono due tra le tenniste più celebri di sempre. Hanno vinto tre ori olimpici in coppia e uno a testa giocando singolarmente. Serena ha ottenuto 23 vittorie del Grande Slam, l’unione dei maggiori tornei di tennis del mondo, e Venus 7. Quest’ultima è diventata vegana, dopo la sorella, per motivi prettamente salutari quando, a 31 anni, venne a scoprire di avere la sindrome di Sjögren, un’infiammazione cronica del sistema immunitario che provoca disturbi ai reni. A seguito di questa diagnosi abbracciò il mondo vegano notando anche molti benefici sulla sua performance sportiva.

  • Novak Djokovic, tennista vegano con 24 vittorie nel Grande Slam, detiene il record di settimane totali come numero Uno del ranking ATP.


Gli esempi più d'impatto per mostrare che una dieta priva di prodotti di origine animale non

influisce sulle abilità sportive, sono però i campioni di attività di combattimento e bodybuilding

come Nate Diaz, un lottatore MMA che ha dimostrato come sia possibile mantenere una corporatura “perfetta” secondo i canoni sportivi, anche rispettando la scelta etica dell’essere vegani, che ha spesso condiviso e consigliato ai suoi fan.

Infine bisogna nominare Massimo Brunaccioni ed Eleonora Ambroggi, campioni mondiali di

Natural bodybuilding rispettivamente nel 2019 e 2018 e, ovviamente, vegani. L’atleta e coach

Brunaccioni si è proclamato fiero di aver fatto un passo avanti per la costruzione di un mondo dove

gli umani e gli animali convivono pacificamente.

Pietro Pettaccio 3E

(articolo non revisionato dalla redazione scientifica)

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