La Shoah dal punto di vista di chi l’ha realmente vissuta
Ci sono eventi che non si possono dimenticare e la Shoah è uno di questi. Grazie al docu-film “La Razzia - Roma, 16 ottobre 1943” (2018, regia di Ruggiero Gabbai, autori Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto, produzione Fondazione Museo della Shoah di Roma)
Si può cercare di comprendere meglio quello che realmente è accaduto il 16 ottobre (e i giorni a venire) del 1943 a Roma. Il film raccoglie le interviste di alcuni ebrei che hanno vissuto il rastrellamento del 1943. Le testimonianze sono sia di coloro che sono riusciti a scampare alla deportazione, sia di quelli che sono sopravvissuti nei campi di concentramento e di sterminio.
I racconti, pur essendo molti e intrecciati fra loro, seguono comunque un filo cronologico: iniziano descrivendo la vita prima delle leggi razziali per poi terminare con la narrazione di ciò che avvenne nei lager; si può notare, inoltre, che la qualità delle riprese varia da persona a persona proprio perché si tratta di testimonianze registrate in momenti diversi.
Durante il film alcune immagini sono accompagnate dalla voce di un narratore esterno che specifica data e luogo in cui i racconti sono ambientati. Oltre alle riprese dei diversi testimoni nei luoghi dove i fatti sono accaduti, il regista inserisce immagini della Roma contemporanea: questa scelta ha l'obiettivo di trasmettere una sensazione di pace e tranquillità che spezza la tensione dei racconti.
Mediante il racconto diretto di chi ha vissuto quegli eventi, lo spettatore è invitato a riflettere con maggiore attenzione sull’orrore di quei giorni, facilitandone il coinvolgimento emotivo: quando i testimoni parlano si percepisce la fermezza con cui condannano le violenze e i soprusi subiti, ma anche la tristezza e l'amarezza con la quale raccontano le storie dei loro parenti e degli amici che non sono riusciti più a rivedere e a riabbracciare. La pellicola, in sintesi, si impegna a raccontare fatti realmente accaduti senza però tralasciare le emozioni e i sentimenti di chi li racconta, appellandosi alla sensibilità di colui che ascolta.
Oggi si sottovaluta l’importanza della conoscenza del passato: è invece proprio tramite la consapevolezza e il ricordo di quest’ultimo che riusciremo a ottenere la chiave che ci introdurrà ad un futuro migliore.
Daniel Di Segni 5Q
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