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Gabriele Coluzzi

La nuova cometa di Netflix si schianta sul pubblico

Recensione del film "Don't Look Up"



Critica sociale, politica e una catastrofe imminente sono i punti che fanno apprezzare il nuovo film di Adam McKay.


Immaginate di svolgere delle ricerche astronomiche sulla Nube di Oort e di scoprire una cometa di dimensioni colossali diretta verso il vostro pianeta, il cui schianto spazzerà via l’intera umanità. Se questa fosse una situazione reale, credo che le cose andrebbero proprio come raccontate in “Don’t Look Up”. Il film diretto da Adam McKay, affiancato da un cast stellare, critica la società odierna ponendola di fronte a questo apocalittico scenario. Durante la visione del lungometraggio (138 minuti circa) ci troviamo ad affrontare un viaggio nei meandri della società, nei suoi problemi e stereotipi. Proprio come il dott. Randall Mindy (Leonardo Di Caprio) e la Dott.ssa Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence), anche gli spettatori si ritrovano di fronte ad una emblematica rappresentazione dell'America di oggi. Il film dipinge fedelmente gli aspetti peggiori della società americana, a partire da un presidente preoccupato solo per la propria carriera (Meryl Streep), passando per l’ipocrisia di alcuni talk televisivi e terminando con folli progetti volti ad aumentare il capitale delle multinazionali. La pellicola risulta efficace dal punto di vista della critica sociale, mostrando tuttavia delle carenze nel comparto fotografico e nella resa comica. Il cast si rivela adeguato e l’attore protagonista, Leonardo Di Caprio, offre un'ottima interpretazione che, sebbene non sia ai livelli di precedenti pellicole come “The Wolf of Wall Street” e di “Django Unchained”, riesce ugualmente a rendere credibile il personaggio del Dott. Mindy. Sullo schermo fanno la loro comparsa molti degli stereotipi della non troppo lontana realtà americana. Abbiamo una multinazionale informatica con un dirigente assetato di denaro, personaggio che strizza l’occhio ai grandi dirigenti di Apple e Tesla; ritroviamo tutta l’America della cultura di massa, con i suoi presidenti sfarzosi e incoerenti, la sua sete di guadagno e il patriottismo americano. I due protagonisti sono personaggi semplici, persone comuni che hanno compiuto un'importante scoperta. Entrambi rappresentano appieno due diversi atteggiamenti nei confronti di quel mondo: chi ne viene inghiottito, diventando esso stesso strumento di una macchina di finzione, e chi ne viene allontanato, venendo dipinto come un folle. “Don’t Look Up” è un film dai toni comici e allo stesso tempo drammatici, che riesce, in una splendida satira sulla società contemporanea, a mostrarsi per ciò che è realmente: un film perfetto per chi cerca una visione leggera ma non priva di significato. Un film che sa far riflettere, con l’augurio che insegni a guardare in alto in un non lontano futuro.


Gabriele Coluzzi 5Q

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