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“Futuri Possibili” di Franco126: il ritorno intimo e raffinato

Con "Futuri Possibili", Franco126 firma un nuovo capitolo del suo percorso artistico, confermandosi tra le voci più riconoscibili del panorama musicale italiano contemporaneo. Un disco che arriva dopo quattro anni dall’ultimo progetto del cantautore romano, tornato in scena con l’arrivo della primavera. 



L’autore ci regala un album in cui non c’è un featuring fuori posto: da Giorgio Poi, Coez, Ele A, fino ad arrivare a Ketama126 e Fulminacci. 

Tutto il disco sembra scritto di getto, come se l’autore avesse bisogno di raccontarci qualcosa che lo tormenta. L’album, infatti, narra la fine di una storia d’amore soffermandosi sugli oggetti che una rottura lascia nella vita di ciascuno. 

“Prima dell’alba”, sesta traccia del disco, presenta una struttura anomala rispetto alle altri canzoni dell’album: il brano, infatti, è composto da un’unica lunga strofa, incastrata tra due ritornelli.

Tra i versi,

“Sembravi così triste che ho avuto l’impressione

Che il mondo si zittisse e non trovasse le parole

Che fossero sparite, finite chissà dove

Nascoste in piena vista come le persone sole”


Franco racconta l’ultimo incontro con lei, provando ad immaginare ipotetici scenari diversi e riscritture di una storia dal finale già noto.

Da ascoltare con particolare attenzione secondo me è la traccia che dà il nome all’album, una canzone in cui ci si interroga sui possibili futuri, ma soprattutto su quelli in cui “ci meritavamo un gran finale, sul più bello ha preso a grandinare”. Una storia d’amore per cui il destino ha avuto piani diversi: le strade si separano, si prova a smettere di pensarci, ma come canta Franco126 “sento arrivare comunque gli spifferi da finestre invisibili”.

Tredici sono gli scenari immaginabili, tredici i futuri possibili che Franco conta sulle sue mani; altrettanti sono gli sbalzi d’umore, tra la convinzione di aver fatto la scelta giusta e la certezza che sarebbe potuta andare diversamente. 

Inutile dire che la fine del disco porta con sé una malinconia profonda, cifra distintiva dell’immaginario che gravita intorno al suo autore.


di Sofia Stanghetti 4D




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