La storia di un uomo che con tanta forza di volontà e speranza è riuscito a cambiare e migliorare le vite di tantissime persone, portando avanti la lotta contro la criminalità organizzata e non solo.
UN PREZIOSO INCONTRO
In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni del Liceo Vittoria Colonna, giovedì 18 gennaio i rappresentanti di classe del liceo si sono recati al cinema Farnese per un incontro con Don Luigi Ciotti. Durante l’evento, che è stato seguito da tutte le classi dell’istituto in streaming, Don Luigi Ciotti ha trattato argomenti come la mafia e le dipendenze, spiegando come siano delle realtà complesse che si evolvono in ogni momento, rispondendo anche ad alcune domande dei ragazzi.
Le sue parole sono state fonte di ispirazione e di riflessione per tutta la comunità scolastica. In particolare ci ha colpito il racconto dell’incontro che gli ha cambiato la vita per sempre. Durante gli anni delle superiori, il barbone che Don Luigi Ciotti vede tutte le mattine prima di andare a scuola inizia ad interagire con lui. Gli racconta la sua storia ma anche come dalla sua panchina osserva tutti i giorni ragazzi entrare e uscire dal bar, vedendoli cambiare umore e atteggiamento a causa di stupefacenti e alcool, che i ragazzi mischiano creando una “bomba” distruttiva per il loro corpo. Dopo questo incontro Don Luigi Ciotti decide di dedicarsi all’assistenza dei ragazzi dipendenti da alcool, droga e gioco d’azzardo.
Tommaso De Leo
LA STORIA DI DON LUIGI CIOTTI E DI LIBERA
Don Pio Luigi Ciotti nasce il 10 settembre 1945 a Pieve di Cadore, vicino a Belluno ma, cinque anni dopo, per motivazioni lavorative, la sua famiglia si trasferisce a Torino. Dopo la scuola dell’obbligo prende un diploma da radiotecnico, e nel mentre frequenta i gruppi parrocchiali della Crocetta, un quartiere di Torino. Insieme a loro fonda “Gioventù”: un gruppo il quale scopo era aiutare i tossicodipendenti e i disadattati che si trovavano per strada. Nel 1968 inizia a intervenire all’interno di carceri minorili per donare aiuto ai ragazzi. Nel 1972 diventa sacerdote e gli viene affidata la parrocchia “La Strada”. Negli anni seguenti continua il suo lavoro contro la droga, aprendo un centro di accoglienza e d’ascolto. Nel 1974, inoltre, apre una comunità. Ha anche partecipato attivamente al dibattito sulla legge 689, ovvero quella che regolamenta il controllo delle sostanze stupefacenti e psicotrope.
Negli anni Ottanta diventa presidente della LILA (lega italiana per la lotta all’AIDS), mentre negli anni Novanta inizia a concentrarsi maggiormente sull’antimafia. Proprio per questo nel 1995 nasce “Libera-associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. La prima conferenza di Libera si tiene a Roma nel 1994, con Don Luigi Ciotti e i Presidenti delle principali Associazioni Nazionali. Proprio in quella conferenza viene istituita una raccolta firme per richiedere il riutilizzo dei beni confiscati per scopi sociali. Il 25 marzo 1995 si istituisce formalmente Libera. Nel 2005 viene assegnata come sede ufficiale di Libera il palazzo confiscato alla banda della Magliana in via IV Novembre a Roma. Nel 2018 viene creata una rete telefonica gratuita e anonima per le segnalazioni o le denunce di condotte illegali riconducibili alla mafia.
Un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata è stata la promulgazione della legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, fortemente voluta da Don Ciotti e da Libera. Togliere beni alle associazioni mafiose costituisce un atto di giustizia e di resilienza, che dimostra che le mafie alla fine non sono così invincibili come sembrano. Questi beni confiscati vengono nella maggioranza dei casi riassegnati ad altri enti pubblici o organizzazioni del terzo settore. I beni vengono sottratti dopo la sentenza definitiva del tribunale e, a quel punto, vengono gestiti dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). Dai dati forniti dal Ministero della Giustizia risulta che i beni confiscati in totale sono tantissimi, più precisamente 230.517 fino a giugno 2022. Di questi beni la maggior parte si trova in Campania, in Lombardia e in Sicilia, ma ovviamente non mancano i sequestri nella nostra Roma. Uno dei più famosi è La Casa del Jazz, a Ostiense, ora luogo di concerti, proiezioni e incontri.
Secondo noi questa è una delle più belle ed eclatanti dimostrazioni che anche da qualcosa di maligno, ingiusto e immorale, può nascere qualcosa di speciale, socialmente importante e utile.
Gaia Di Nardo, Sofia Zapponi Odaine
Comments