Cronache di un paese in bilico: la complessa situazione politica in Georgia
- di Lisa Piccinnu
- 10 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 mag
In questo articolo tratteremo della situazione politica in Georgia, un paese strategico tra Europa e Russia che sta vivendo momenti di forte tensione. Le proteste di piazza, la repressione del governo e il rischio di un’involuzione autoritaria stanno riportando alla memoria un evento cruciale della storia recente georgiana: la Rivoluzione delle Rose del 2003.

Per capire la crisi attuale, dobbiamo tornare indietro di vent’anni. Nel 2003, la Georgia fu appunto scossa dalla Rivoluzione delle Rose, una protesta pacifica che portò alla caduta dell’allora presidente Eduard Shevardnadze, accusato di corruzione e brogli elettorali. Guidati da Mikheil Saakashvili, i manifestanti riuscirono a entrare nella sede del parlamento senza incontrare resistenza, costringendo quindi il governo a cedere il potere. Fu l’inizio di una nuova era, con riforme volte ad avvicinare la Georgia all’Occidente.
Oggi, però, il clima è molto diverso, infatti il governo teme che le proteste attuali possano
trasformarsi in una nuova rivoluzione.A differenza del 2003, questa volta la polizia è schierata in forze per impedire qualsiasi assalto simbolico o reale agli edifici istituzionali.
Il partito al governo, ‘Sogno Georgiano’, sostiene di voler mantenere il percorso europeo,
ma le sue azioni raccontano un’altra storia: la controversa legge sugli "agenti stranieri",
ispirata a quella russa, ha acceso la rabbia dei cittadini, che vedono in essa un tentativo di
soffocare la libertà di stampa e la società civile.
Le strade di Tbilisi sono il cuore della protesta: migliaia di persone manifestano quotidianamente, chiedendo il ritiro della legge e un chiaro impegno per l'integrazione
europea. Ma il governo non arretra, anzi, ha ordinato alla polizia di presidiare i palazzi del
potere per evitare che si ripeta quanto accaduto nel 2003.
L’Unione Europea ha già espresso la sua preoccupazione. Se il governo georgiano continuerà su questa strada, le speranze di adesione all’UE potrebbero svanire. Intanto, la
Russia osserva con interesse: una Georgia più autoritaria e meno vicina all’Occidente
giocherebbe a suo favore.
A vent’anni dalla Rivoluzione delle Rose, la Georgia si trova nuovamente a un bivio: restare
fedele alla sua vocazione europea o cedere alla pressione russa? La popolazione sembra
avere le idee chiare, ma il governo è pronto a tutto per mantenere il controllo.
di Lisa Piccinnu
revisionato da Paolo Profili e Giulia Landucci
FONTI
Testimonianza diretta di Sofia Kenia (cittadina georgiana)
Movimento studentesco uclgeorgiansoc e sflgeorgia
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