Ogni 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, resa ufficiale dalle Nazioni Unite nel 1999.
Questa data è stata scelta per commemorare Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabel, tre sorelle soprannominate “Mariposas”, nate e cresciute nella Repubblica Domenicana, sotto la dittatura trujillista.
Quando Trujillo prese il potere molte famiglie, compresa quella delle tre donne, persero i loro beni. Negli anni 50 le tre sorelle si fecero portavoce di movimenti contro la dittatura. Dieci anni dopo entrarono a far parte di un gruppo clandestino chiamato “Movimento 14 giugno” e utilizzarono il nome in codice “Mariposas”, cioè farfalle.
Nel gennaio del 1960 il movimento venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo e i membri furono imprigionati, comprese le tre sorelle e i loro mariti. Successivamente furono scagionate ma il 25 novembre 1960, durante il tragitto per andare a trovare i mariti in carcere, le tre donne furono uccise a bastonate, i loro corpi vennero riposizionati nella macchina sulla quale viaggiavano e quest’ultima fu spinta in un dirupo per simulare un incidente stradale.
In memoria di queste tre sorelle, che hanno perso la vita per combattere per i diritti umani, ogni 25 novembre si inaugura con la giornata contro la violenza sulle donne un periodo di 16 giorni dedicato all'attivismo contro la violenza di genere, che si conclude il 10 dicembre con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani.
Nel corso degli anni alcuni simboli sono stati associati alla violenza di genere, tra cui le ormai iconiche scarpette rosse.
Questo simbolo nasce da una installazione dell’artista messicana Elina Chauvet, che nel 2009 posizionò 33 paia di scarpette rosse in mezzo ad una piazza di Ciudad Juárez, città nota per l’elevato numero di femminicidi, per commemorare le donne vittime di violenza, tra cui anche la sorella assassinata dal marito. Elina decise di utilizzare tutte scarpe femminili differenti, accomunate dal colore rosso, che ricorda il sangue, e dal fatto che tutte erano prive delle loro proprietarie per colpa di uomini.
Benedetta Andrenelli 5Q
Fonti: Save the Children, La Repubblica, Wikipedia
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