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di Daniela di Franco

Uno psicologo per amico

Quante volte ci capita di usare parole senza conoscerne realmente il significato? Quante volte ne sentiamo altre usate impropriamente?


Spesso si parla di depressione senza sapere veramente di cosa si tratta: quante volte diciamo “oggi è nuvoloso, sono depresso/a”, “che depressione questo cantante” etc.


Ma sappiamo realmente cosa vuol dire essere depresso?

La depressione è una condizione psichica che limita il normale svolgimento di una vita serena e tranquilla, quindi, siamo sicuri di nominarla nel modo e nel contesto corretto?

Spesso essa si cela dietro a persone da cui non ci aspetteremmo tale patologia. La depressione non si sceglie, non si decide, ci si convive e basta. Purtroppo è come lottare con un mostro invisibile, non esistono cure effettive, medicinali o terapie speciali, ci si cura da soli. Sì, con l’aiuto di specialisti, ma i primi passi verso la guarigione si compiono da soli. Quando ci si rende conto di essere in difficoltà bisogna chiedere urgentemente aiuto a chi riteniamo più opportuno e già quello è un passo verso la soluzione.

Troppe persone intorno a noi hanno bisogno di aiuto e non lo ammettono per primi a sé stessi.


Perché quando ci sentiamo in difficoltà non ci facciamo aiutare? Forse perché abbiamo paura di guarire?

Troppe volte si sente dire “non vado dallo psicologo perché non ho tempo”, “non mi faccio aiutare perché tanto non cambierà niente”. Ma questo vuol dire non volersi bene. Chi sceglie di intraprendere un percorso psicologico tiene alla propria persona e al proprio benessere. Ormai è molto semplice farsi aiutare: ci sono i consultori, centri con professionisti in ogni campo della mente, oppure, per noi studenti, esiste lo sportello di ascolto: inviando un semplice modulo si potrà avere un consulto da parte di un professionista direttamente a scuola.


Quando ci si rende contro di avere bisogno di aiuto ci crolla il mondo addosso, tutta la fiducia in sé stessi svanisce e tutto a un tratto si torna bambini, si torna a quando ci si affidava ai genitori per compiere ogni tipo di azione e, se si è fortunati, ci si avvicina alla persona che più si è sentita vicina in quel momento e si fa di lei un’àncora.

Ci si sente impotenti e molte, troppe, volte si perde la voglia di vivere.


“Perché una persona estranea potrebbe aiutarmi?”, “Perché dovrei andare dallo psicologo?”

Sono le domande che ogni persona almeno una volta nella vita si è posto. Lo psicologo è una figura fondamentale nella vita di tutti: riesce a rendere concreti tutti i mostri che ci perseguitano, dà un senso al nostro malessere, non ci fa sentire “pazzi”, ci permette di trovare delle soluzioni facendoci capire che non siamo noi il problema.


Quando fa male una parte del corpo solitamente si va dal medico, quando però si tratta di qualcosa che noi non vediamo e non sappiamo riconoscere non agiamo o, peggio, ignoriamo completamente il problema; purtroppo non si dà la giusta importanza alla salute mentale, e si tende a trascurarla fino a quando i problemi non diventa un muro difficile da abbattere.

Parlare con una persona estranea che ha studiato tutta la vita può solo giovare alla nostra salute. Insomma, perché non provare visto che è in gioco la nostra felicità?


Daniela Di Franco 5Q

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